Salernitana, senti Brocchi: “Fu l’unica squadra a vincere a tavolino, il mio Monza…”

L'ex tecnico dei brianzoli: "I fattori esterni non ci aiutarono, alla penultima affrontarono l'Empoli già promosso..."

«La cosa che mi ha fatto male e che ancora oggi non mi spiego, è quel termine “lecchino” che mi hanno appiccicato come un’etichetta. Non mai stato né il lecchino né il cocchino del Presidente Berlusconi. Sono stato una persona che lui ha stimato per le mie modalità di lavoro».

Christian Brocchi in una lunga intervista concessa ai microfoni di Radio Serie A ripercorre la sua carriera da calciatore, senza dimenticare le varie esperienze da tecnico, sempre con il Milan nel cuore e il duo Galliani-Berlusconi come punti di riferimento. Tanto da venire etichettato come fedelissimo, specie dopo l’arrivo sulla panchina rossonera. Poi la ripartenza dal Monza, e una velata accusa alla Salernitana, che nella stagione 2020-2021 salì in serie A beffando tra le altre proprio il Monza. 

«Vado a Monza, in una situazione complicata, centro sportivo da rifare, organizzazione così così. E nasce il Monza di Berlusconi e Galliani. Io non dovevo solo allenare, ma costruire un modello Monza, con tutta l’esperienza che ho avuto al Milan. Mi dicevo non capisco, siamo in  C, siamo a + 15 e vengo criticato, perché? Cos’ho che non va, cosa faccio di male? Cos’è che non riesco a trasmettere alla gente? Queste cose qui ogni volta facevano sempre più male. Tutte queste storie mi hanno condizionato, tant’è vero che l’anno dopo in B siamo arrivati terzi, perdendo la A, senza entrare troppo nei particolari, anche per fattori esterni».

Il riferimento alla Salernitana

«Purtroppo abbiamo perso la serie B anche per fattori esterni, la Salernitana vinse una partita 3-0 a tavolino per il Covid, l’unica squadra alla quale diedero una vittoria a tavolino. Ebbe poi la fortuna di affrontare alla penultima una squadra già promossa in serie A e che aveva motivazioni sicuramente diverse». 

«Abbiamo poi dovuto affrontare i playoff senza i giocatori più importanti in difesa e abbiamo sbagliato una partita, perdendo 3-0 a Cittadella, mangiandoci due gol clamorosi e prendendo reti in maniera evitabile. Nella partita di ritorno ci fermammo al 2-0, con il 3-0 saremmo passati in Finale. Finisce quell’esperienza, positivissima, anche perché nel frattempo Monzello diventa un centro bello, importante, strutturato nella maniera giusta grazie anche alla società. E l’anno successivo io ho tifato per Stroppa, che aveva preso il mio posto sulla panchina del Monza».

L’INTERVISTA COMPLETA

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