“Salernitana-Spezia non sarà una finale”. In una lunga intervista a Il Mattino, a cura del giornalista Pasquale Tallarino, Verde fa il punto della situazione in casa Salernitana: “Abbiamo undici punti sono un buon bottino e la vittoria di Palermo ci ha regalato la soddisfazione e la spinta che meritavamo. Non vogliamo fermarci e ci sentiamo sempre in debito con una tifoseria straordinaria, che ci dà calo. Tatuaggio della A? Non ancora, perché sono scaramantico. Ma siamo ambiziosi e vogliamo disputare un gran bel campionato. Non ci sono finali, non lo è la prossima contro lo Spezia né lo saranno quelle che arriveranno nel prosieguo. Noi abbiamo un solo obiettivo: credere nel potere della prestazione come strumento per arrivare al risultato, come ci ha insegnato l’allenatore. Affronteremo dunque lo Spezia con la nostra identità e il nostro dna calcistico: proveremo sempre a fare la partita e a comandare il gioco”.
Sulla chiamata di Petrachi? La sua chiamata in estate è stata una scarica di adrenalina, uno sprone. La sua figura e l’ascendente che aveva su di me si sono rivelati decisivi. E poi sono a mezz’ora casa, qui a Salerno è già casa. Comprendo il sano sfottò e le rivalità calcistiche, ma non condivido l’esasperazione: siamo figli della stessa regione, dello stesso Sud”.
Sullo Spezia: “Difende molto bene. Conosco l’allenatore D’Angelo e conosco i valori del reparto. Hanno perso Nikolaou ma hanno trovato un giovane forte, bravissimo. È Bertola. Se segno? Imploderò ma non esulterò”.