Antonio Candreva ha parlato del suo addio al calcio ai microfoni di Radiosei: “ Sulla mia scelta è stata decisiva l’assenza di un progetto che potesse coinvolgermi. Sono soddisfatto di quello che ho fatto fino a 38 anni, anno in più anno meno, questo non cambia le cose e la mia carriera. Ora la mia intenzione è quella di restare nel mondo del calcio. E’ stata la mia vita, ora devo scegliere bene cosa ho intenzione di fare, quale può essere il mio ruolo. Mi piacerebbe fare tantissimo l’allenatore, ma è un mestiere complicatissimo. Un tecnico deve pensare a mettere insieme 25 teste che pensano a se stessi. Anche allenare i giovani può essere una cosa interessante, può essere un punto di partenza. Un po’ come Inzaghi? L’ho vissuto quando allenava nel settore giovanile della Lazio ed ha sempre vinto. Ha fatto un percorso giusto, ora è un grande allenatore.
Mi sentivo ancora in grado di far qualcosa, mi sono anche offerto alla mia squadra, alla Lazio, ma non c’è stata l’opportunità. Ho chiamato e chiesto se fosse stato possibile chiudere la carriera a Roma, ma va già bene ciò che ho fatto in biancoceleste. Non mi aspettavo un ok, sapevo fosse difficile per la questione delle liste. E’ stato solo un tentativo, ma senza pretese. Io come Pedro? Lui è fuori concorso, ha vinto 26 trofei, è un campione incredibile.
Tchaouna e Dia? Sono due bravissimi ragazzi. Dia nel primo anno di Salerno è stato fantastico, poi sono accadute delle cose con società e procuratori che lo hanno penalizzato. Parliamo di un giocatore forte, è stato anche fortunato ad essere preso da una squadra come la Lazio. Tchaouna è giovane ed interessante. Deve capire bene quale sia il suo ruolo, ancora oggi non ha una collocazione precisa per imporsi”.