L’ultimo giro di valzer nel mondo del calcio che lo ha coccolato per quasi un ventennio arrivò all’Arechi. Franck Ribery, uomo simbolo della Salernitana, decise di appendere le scarpette al chiodo il 21 ottobre 2022 nel prepartita di Salernitana-Spezia. Un giro di campo tra le lacrime, contenute a fatica, e un Arechi che gli tributò gli applausi e l’ovazione destinata ad una leggenda.
Nell’intervista a L’Equipe, il francese ha spiegato il perchè di quella scelta: “Il mio ginocchio diventava sempre più dolorante. Non mi allenavo più tra una partita e l’altra, ma mi preservavo per riprendermi. Mi prendevo due giorni di stop, poi tre o quattro. Ho perso il ritmo, per salvaguardarmi. Poi gli esami hanno rivelato che non avevo più cartilagine. Mi sono sottoposto a un intervento chirurgico in Austria. L’operazione è andata bene, mi è stata posizionata una placca all’interno. Circa cinque mesi dopo ho avuto una brutta infezione. Per due mesi ho preso delle pillole. La placca è stata rimossa. L’infezione mi aveva divorato. Era così grave che mi sono ritrovato con dei buchi nella gamba. Avevo preso lo Staphylococcus aureus. Sono stato al pronto soccorso dell’ospedale in Austria per dodici giorni. Ero davvero spaventato. Avrebbero potuto amputarmi una gamba. Il chirurgo è stato fantastico”.
Il presente, non più da tesserato della Salernitana, è legato alla volontà di essere un allenatore: “Continuerò a completare i miei diplomi di allenatore a Coverciano. A settembre inizierò l’ultima fase. Dopo la UEFA B, la UEFA A è la licenza professionale. Farò degli stage in grandi club. Ma posso già prendermi cura dei giovani o unirmi agli staff. Voglio spingermi oltre, prendermi il tempo necessario per crescere e svolgere bene questo lavoro, senza fretta. Sono umile e desideroso di imparare, pur portando la mia esperienza. Anche se ho molto rispetto per il mondo amatoriale, la CFA o la Nazionale dove ho giocato, voglio restare in contatto con il livello più alto”.