E’ il direttore sportivo della Salernitana ad introdurre Pasquale Marino. Un’occasione, in conferenza stampa, anche per ripercorrere le tappe che hanno portato all’esonero di Roberto Breda e alla scelta del suo successore.
“La prima cosa da fare è ringraziare Roberto Breda, è giunto in soccorso in un momento molto difficile alla sua squadra del cuore, lo ringrazio per il lavoro che ha fatto. Ritengo che abbia dato tutto se stesso, compiendo un percorso comunque fatto di situazioni messe a posto, con un mercato aperto e tutto in estrema velocità. Il suo lavoro è profondo e ha dato un buon contributo”.
“Pensavamo che con gli interventi fatti con il mercato di gennaio il lavoro non fosse completo, perché se abbiamo trovato equilibrio difensivo mancava a mio avviso il completamento dello sviluppo della fase offensiva. Obiettivamente nelle ultime 3-4 partite nonostante la solidità di squadra mancava qualcosa dal punto di vista offensivo. Visto che vogliamo e dobbiamo fare tutto il possibile per salvare questa squadra, abbiamo scelto Marino. Non è un esperto solo di fase offensiva, ha una carriera di 30 anni, non ha lacune. Queste le motivazioni che ci hanno indotto a questo tipo di cambio”.
“Marino è stato chiamato domenica mattina dal sottoscritto, l’ho individuato io, dopo la prima telefonata si è preso un’ora di tempo per riflettermi e darmi la sua disponibilità. Abbiamo trovato accordo economico e lunedì sono andato a prenderlo a Roma, tutto condiviso con gli alti elementi della società. E’ stata una loro richiesta e per me è sempre stata la normalità adottare questa modalità, non sono un ‘one man show’, il confronto è costante e continuo”.
Cosa è cambiato in 36 ore? C’eravamo confrontati già prima di Castellammare, ma se un ds prima di una partita così importante mette in discussione l’allenatore gli andrebbe strappato il patentino da direttore sportivo. Dovevamo difendere il gruppo squadra. E l’abbiamo fatto nelle vittorie e nelle sconfitte, ancor prima di prendere decisioni non posso crocifiggere il gruppo squadra. Marino ha fatto un’ora di valutazioni sul calendario, il campionato si sarebbe giocato nel mese di aprile, lo penso ancora è importante arrivare vivi e vegeti. Con tutti gli allenatori ci sono stati confronti, approfondimenti, rapporti richiesti dagli allenatori, poi l’allenatore deve fare le sue scelte perché le responsabilità sono le sue.
Dinamiche dell’esonero? Allenamento del lunedì programmato alle 15,00, Breda è stato chiamato alle 12,30, quasi 3 ore prima dell’allenamento, mi sembra in piena correttezza. Lui va lì già alle 8 o alle 9 del mattino per fare le sue cose, non gli posso negare di andare al centro sportivo. Fa parte della sua vita personale, il suo lavoro iniziava alle 3 al campo. Le ultime 4 abbiamo vinto in casa con il Modena e pareggiato a Bari, abbiamo latitato sul gioco con Palermo e Juve Stabia, non ne abbiamo dieci ancora davanti da giocare, la decisione andava presa in questo momento. Dimissioni? I tempi di valutazione ormai si sono accorciati, quando ho iniziato almeno un paio di anni di valutazione gli si davano, ritengo che un direttore sportivo vada valutato almeno dopo una stagione, almeno dopo un mercato estivo e uno invernale, non ho avuto questa possibilità avendo potuto fare solo un mercato di riparazione. Giudizi su di me? Chiedo di farne solo al termine del campionato, poi vedremo in base a come finirà, ci confronteremo con la proprietà e valuteremo se il lavoro fatto possa esser ritenuto buono o meno. Ricordo però che questa squadra è stata presa all’ultimo posto, i processi si fanno alla fine.