La sfida del cuore. Da una parte la classifica, la necessità di strappare punti per dare consistenza all’obiettivo salvezza. Dall’altra il libro dei ricordi che sfoglia le tante pagine in blucerchiato. Roberto Soriano ritrova il suo passato, sfida la Sampdoria, chiede strada nel suo vecchio Marassi per avvicinare la Salernitana alla permanenza in serie B. La partita nella partita, pressione emotiva da gestire con l’esperienza e la maturità alle quali si aggrappa la Bersagliera. Nell’ultima parentesi con Breda e con l’approdo di Marino l’italo-tedesco è ritornato ad essere il leader tecnico, uno dei tre riferimenti offensivi che hanno dato peso e soprattutto pericolosità all’assetto offensivo granata.
Come riporta “La Città di Salerno”, da domenica scorsa non è più capocannoniere in solitaria della Bersagliera, raggiunto da Simy a quota quattro reti. Vizio del gol che Soriano dimostrò proprio nella sua avventura con la Sampdoria, esplodendo sotto la guida Mihajlovic. “Gli sarò grato per sempre, ha creduto in me prima a Genova e poi a Bologna”, ricordò in un’intervista a La Città di Salerno a metà ottobre. In blucerchiato 145 presenze condite da 18 gol e 10 assist, il passaggio al Napoli saltato in extremis nell’agosto 2015 prima di vivere l’ultima stagione con i liguri indossando la fascia da capitano.
Successivamente il trasferimento al Villareal ma quel legame mai spezzato con la Sampdoria. Lo scorso anno, vissuto da svincolato dopo l’operazione chirurgica al ginocchio destro, il ritorno in Liguria con la sua famiglia e quella tentazione di rivestire quei colori dopo la dolorosa retrocessione in B. Ad inizio agosto il pressing vincente della Salernitana, la voglia di rilanciarsi in una piazza calda.