“Lo certifica il tempo, lo sancisce la storia, con il dovere e l’onore di tramandarlo ancora, da quel fumogeno viola Bari e Salerno una cosa sola!”. Con un messaggio sui social, la Curva Sud Siberiano ha festeggiato il 41esimo anno di gemellaggio con la tifoseria del Bari.
Una promessa d’amicizia poi diventata gemellaggio. Tutto nato nei primi anni ’80, allo Stadio della Vittoria, vecchio impianto utilizzato dai pugliesi prima dell’avveniristico San Nicola progettato da Renzo Piano, ci fu la scintilla, l’ospitalità da parte degli ultras biancorossi nei confronti di quelli granata, in occasione di una sfida tra le due formazioni allora impegnate in serie C1, che diede di fatto il via. L’accoglienza andò al di là di ogni aspettative, facendo nascere un rapporto strettissimo e portato avanti dalle nuove generazioni delle rispettive torcide, un rapporto capace di andare anche oltre il calcio e di coinvolgere due città più che due tifoserie, che si sono riscoperte più simili di quanto pensassero.
Leggenda vuole che in principio fu un fumogeno. Di colore viola, i supporters del Bari furono tra i precursori in tutta Italia, i primi a usarli. A Salerno piacquero particolarmente, e una richiesta d’informazioni diede vita alle prime basi gettate per un’amicizia. Dallo staio della Vittoria poi i ritrovi al Vestuti, passando per l’Arechi per il San Nicola e per quattro decenni e diverse generazioni. Che a distanza di 40 anni continuano a cantare in coro, con accenti diversi ma con uguale passione e attaccamento alle proprie radici, “Bari e Salerno alè”.