Una promessa d’amicizia poi diventata gemellaggio. Anche grazie a un avveniristico, almeno per i primi anni ’80, fumogeno di colore viola. Un rapporto di fratellanza, tra due popoli più che tra due tifoserie, pronto a rinnovarsi ancora una volta, per il 41esimo anno di fila. E’ il giorno di Salernitana-Bari, che si ritrovano una di fronte l’altra per un incontro ufficiale dopo quasi 7 stagioni, lasso di tempo che però non ha minimamente scalfito una fratellanza capace di attraversare tre generazioni di supporters.
Come riporta “La Città di Salerno”, la “festa” tra due comunità scopertisi nel 1983 così simili è iniziata già nella serata di ieri, quando i vicoli del Centro Storico hanno iniziato a popolarsi di numerosi tifosi pugliesi tra gli oltre 4mila attesi oggi all’Arechi, 2mila prenderanno posto in Curva Nord, tutti gli altri troveranno invece ospitalità nei settori di “casa”. Un modo per riscaldare la voce in attesa del ritrovo ufficiale di questa mattina, in programma intorno alle ore 11 nel parcheggio del Campo Volpe, casa delle giovanili granata. Lì ci sarà il tripudio di colore e di passione reciproca, tra lo scambio di adesivi e bandieroni speciali preparati apposta per l’occasione, e l’inizio del corteo gli al fianco degli altri direzione Arechi, con partenza fissata intorno alle ore 15.
Sarà poi festa sugli spalti, al di là del risultato finale, che non sempre ha premiato la Bersagliera, la cui ultima vittoria risale al 2009, all’intervallo l’apice della celebrazione. Due delegazioni delle rispettive torcide, una quindicina di supporters, scenderanno in campo per un giro del rettangolo verde sventolando con forza verso il cielo il biancorosso e il granata, pronti a fondersi in unico colore e in un unico coro, cantato con accenti diversi ma con uguale passione e attaccamento alle proprie radici: “Bari e Salerno alè”.