Guai a voler buttare il bambino con l’acqua sporca. Guai, però, anche a non voler cogliere i segnali (inequivocabili al netto delle dichiarazioni della dirigenza), che prima il trofeo Iervolino e poi l’esordio ufficiale in stagione con il Sorrento hanno fornito. La Salernitana è una squadra incompleta, soprattutto, se come ribadito dal presidente Maurizio Milan e dall’ad Umberto Pagano in questo momento storico non ci si può permettere di perdere neppure un’amichevole. Figurarsi a pensare di vincere un campionato agguerrito e infernale come il Girone C di Lega Pro.
Ben venga il concetto di “zero alibi” esternato a petto gonfio, a patto però che il primo a non avere alibi sia lo stesso allenatore, Giuseppe Raffaele. Il tecnico granata ha bisogno di almeno 5 pedine per modellare e rifinire (si spera definitivamente) la sua crreatura, apparsa in difficoltà contro un Sorrento ordinato ma non certo irresistibile, spesso monoritmo e incapace di ingranare marce alte. Vero è che siamo ancora il 19 agosto, eppure tra una settimana c’è lo start al campionato, e alla Salernitana serve come il pane cominciare bene, vincere, trovare certezze e far sorridere i propri tifosi. Una falsa partenza rischierebbe di far naufragare il progetto tecnico sul nascere (e dopo le dichiarazioni di ieri di certo Raffaele e Faggiano non possono dirsi sicuri della fiducia incondizionata del club).
Nel frattempo il trainer siciliano è chiamato a valutare idee e soluzioni per migliorare sua Salernitana, a partire da una retroguardia che su più di un contropiede ha rischiato di esser presa di sorpresa, come successo anche in occasione del gol ospite, nato da un “lancione” lungo che sapeva più di alleggerimento che di imbeccata. Tolta l’esplosività di Cabianca, staticità e struttura rischiano di diventare un problema a lungo andare. Coppolaro sembra indietro nelle gerarchie nonostante l’esperienza, Golemic è tutto da valutare dopo gli ultimi mesi lontano dal campo per forza di causa maggiore, Matino e Anastasio offrono certezze fino a un certo punto.
Discorso simile per il centrocampo, dove serve al più presto e con urgenza almeno un elemento in grado di alzare il ritmo, di garantire quantità, aggressione rapida dei portatori di palla avversari, perché no anche inserimenti. Al momento la mediana con De Boer e Capomaggio (due play più che mediano e mezz’ala), oltre a uno sterile palleggio non ha mostrato grandissime cose, complice anche un Varone non particolarmente ispirato. Soluzione potrebbe essere arretrare Galo, lasciando le chiavi del gioco in mano al regista olandese, da interno non particolarmente a suo agio. Serve però una mezz’ala pura di ruolo (se non due), e magari pronta a garantire sin da subito chilometri e freschezza atletica.
Achik, tra i migliori contro la Reggina, ha dimostrato fatica da quinto, con un paio di leggerezze che pure si devono e si possono concedere al ragazzo, ma che in quella zona di campo rischiano di costare carissimo. Molto meglio da seconda punta o comunque a ridosso della trequarti avversaria, al netto di uno spunto da urlo che poteva portare alla rete fallita poi da Liguori in malo modo. Ubani è sembrato più a suo agio nel ruolo, ma un titolare affidabile servirebbe anche sulla corsia destra. bene anche l’ingresso di Knezovic. Mancino affilatissimo, ottima tecnica individuale, sana e umanissima voglia di mettersi in mostra, a patto però che la ricerca della conclusione da ogni zona di campo non diventi un’ossessione. Il talento c’è, va plasmato e adeguato al calcio dei grandi dopo le ottime cose fatte con la Primavera del Sassuolo.
L’esordio di Liguori ha mostrato più ombre che luci, Achik quando avanzato non ha inciso come fatto nelle precedenti amichevoli, Ferrari ha creato un po’ di confusione ma appare in ritardo di condizione. L’unica certezza al momento sembra Inglese, l’uomo più atteso che ieri ha realizzato il primo gol stagionale, con un colpo di testa da bomber vero, ma che fino alla rete aveva fatto una fatica da matti a lavorare qualche pallone. La sensazione è che anche in avanti ci sia bisogno di un rinforzo, il famoso “quinto attaccante” menzionato dallo stesso Raffaele per essere davvero competitivi per la vittoria del campionato. Che non passa dalla Coppa Italia di serie C (è bene ricordarlo), ma che passa da un mercato che deve chiudersi in maniera positiva e con innesti di spessore. Altrimenti la Salernitana resterà una squadra con un’ottima base, ma pure con diverse lacune, emerse da tempo e accettate passivamente da proprietà e dirigenza. E per il tecnico granata, consapevole di giocarsi la chance della vita, sarà complicatissimo mettere in pratica il calcio veloce, aggressivo e anche spregiudicato fatto vedere a Cerignola…