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Salernitana, dall’Udinese…all’Udinese: un cerchio che si chiude e un ciclo che si apre

Una stagione magica, che aspetta solo la Cremonese prima di poter essere tramandata ai posteri…

Dall’Udinese…all’Udinese. Un cerchio che si chiude, e un ciclo, che forse, si apre definitivamente. La Salernitana che fa i conti con il passato a suon di rivincite sportive, saluta l’Arechi nel migliore dei modi, con una vittoria in rimonta in un Arechi vestito a festa (27mila spettatori, secondo miglior dato stagionale), per “the last dance”. 

In attesa di chiudere il campionato con la trasferta di Cremona, inevitabile pensare ai momenti intensi vissuti, molti dei quali proiettati nel video lanciato sui social dal club sulle note della vibrante “Sei tu” di Fabrizio Moro, già virale tra i supporters dell’ippocampo.

Dall’Udinese all’Udinese, dicevamo. Nel mezzo, tra la grande paura per una salvezza che sembrava sfumar via sul più bello e la gioia di aver strappato punti a tutte le squadre della serie A, la Salernitana si gode la certezza di prender parte per il terzo anno di fila al massimo campionato nazionale. 

Imbattuta contro Inter, Milan, Juventus, Lazio, Roma, e Napoli, la prima storica vittoria contro l’Atalanta, l’Olimpico domato per due volte su due, il primo punto a San Siro. E ancora l’orgoglio per lo storico esordio di un giocatore granata nella Nazionale italiana, Pasquale Mazzocchi, così come quello per poter vantare tre calciatori ai Mondiali di Calcio disputatisi in Qatar, mai successo prima, con Dia che ha trovato uno storico gol, anche questo il primo di un calciatore della Salernitana in una Coppa del Mondo. 

E infine i record, di punti in A (che può essere ancora ritoccato verso l’alto allo Zini di Cremona), di gare consecutive senza sconfitte (ben dieci, striscia inferiore solo al Manchester City), di partite di fila senza sconfitte all’Arechi in massima serie (sette, mai prima la Salernitana c’era riuscita), tutti firmati Paulo Sousa, tecnico che ha saputo creare un’empatia totale tra squadra e tifoseria, e che rappresenta forse il primo garante per un futuro ambizioso, da raggiungere attraverso la creazione di una più volte annunciata “cultura vincente”. Quella che ha permesso, dall’Udinese all’Udinese, di scrivere una stagione magica, che aspetta solo la Cremonese prima di poter essere tramandata ai posteri…

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