A spingere la Salernitana ci hanno pensato Boulaye Dia (gol ed esultanza nuova, mettendo da parte il binocolo per far spazio ai pugni incrociati sul petto alla Black Panther), ma soprattutto i guantoni di Guillermo Ochoa. Il messicano è stato protagonista ieri, fermando l’Udinese con almeno cinque parate decisive. La più bella? Il riflesso su Kabasele nel finale di primo tempo. “Non l’ho rivista e non la ricordo bene perché è stata un’azione molto veloce. Questo però è il mio compito: aiutare la squadra, tenere inviolata la porta perché così possiamo fare risultati e punti per la salvezza – le parole di Memo in mixed zone per poi commentare il pari interno -. L’atteggiamento è stato giusto. Peccato per non aver trovato il secondo gol. Dobbiamo ripartire però da questo spirito, perché lavoriamo con la voglia di trovare i tre punti nonostante gli avversari difficili. L’Udinese rientra tra questi: gruppo molto fisico e in grado di metterti in difficoltà con la pressione e con le individualità”.
Ma dove vuole arrivare super Ochoa? “Mi sento bene, sono fresco e giovane, ma soprattutto con la voglia di maturare ancora, di fare qualcosa di straordinario e di più rispetto a quanto fatto. Ho una famiglia che mi spinge a dare il meglio e continuare a sognare”. L’obiettivo è il Mondiale, scrivendo un record con un’eventuale quinta partecipazione alla competizione iridata.