“Ho preso alcuni rischi in carriera, sapevo che avrei affrontato delle problematiche. A Reggio Calabria abbiamo ottenuto grande risultato, a Brescia sono stato esonerato da terzo in classifica. A Salerno si stava lavorando bene, per quel contesto, e sono sicuro che probabilmente qualcosa sarebbe arrivato. Non l’ho capito quell’esonero, mi è stato chiesto scusa, ma se chiedi scusa e mandi via, sennò non mi chiedi nemmeno scusa… ormai è un capitolo chiuso, a Salerno vivo e sto bene, così come a Brescia, a Reggio”.
Filippo Inzaghi, ex allenatore della Salernitana, si è raccontato in una lunga intervista a Pierluigi Pardo per il format di Dazn “Un’altra storia”. Un modo per ripercorrere tutte le tappe di una carriera gloriosa da calciatore, approfondendo poi anche la seconda vita dopo l’addio al calcio giocato, quella da allenatore. Inevitabile non tornare anche sull’ultima esperienza in panchina.
“Non mi interessa la categoria d’ora in avanti cercherò solo un progetto giusto. Ho allenato in C, in B, poi al Milan. Non ho un modulo preferito, a Venezia giocavo con il 4-3-3 ma devi avere gli uomini giusti, se non li ho non lo uso. Per un grande calciatore ci vuole tanta pazienza da allenatore, non ho mai pensato che un mio giocatore potesse essere come me, ma pretendo disponibilità, dedizione al lavoro, è una battaglia che mi riprometto. Perché poi quelli che andiamo a casa siamo noi allenatori…”.