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“24 maggio 1999”, presentato il corto per ricordare i quattro tifosi morti nel rogo del treno di ritorno da Piacenza

La serata di presentazione al pubblico è in programma al Teatro Augusteo giovedì 25 maggio alle ore 18:30

Un cortometraggio per non dimenticare. “24 maggio 1999”, questo il titolo del lavoro scritto e diretto dal regista Fernando Inglese, per ricordare i quattro tifosi scomparsi in quel maledetto giorno a seguito del rogo sul treno di ritorno da Piacenza, dove la Salernitana conobbe l’amaro sapore della retrocessione della serie A, per un giorno che sarebbe poi diventato tragico, e non certo sul piano sportivo.

Si è tenuta questa mattina, presso il comune di Salerno, la presentazione del cortometraggio “24 maggio 1999”, l’opera che ricorda la tragedia che costò la vita a Vincenzo Lioi (15 anni), Ciro Alfieri (16 anni), Giuseppe Diodato e Simone Vitale (entrambi 23 anni). Presso il Comune di Salerno sono state illustrate le iniziative che sono previste per giovedì 25 maggio alle ore 18:30, con la serata di presentazione al pubblico prevista al Teatro Augusteo.

“Parliamo di ricordi tristi che appartengono a tutti i cittadini salernitani – le parole della vice sindaca di Salerno Paky Memoli -. Con questo corto vogliamo raccontare per non dimenticare, affinché anche le nuove generazioni possano ricordare quel giorno e capire. La violenza va evitata, i ragazzi vanno educati ad uno sport sano”.

Saranno previsti diversi interventi, con un dibattito per spiegare alle nuove generazioni l’importanza dello sport. Alla serata prenderà parte l’amministratore delegato della Salernitana Maurizio Milan. Presente anche Antonella Liardi, madre di Ciro Esposito, tifoso ucciso prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. La Curva Sud donerà una targa, un modo per celebrare il rispetto tra le tifoserie della Salernitana e quella del Napoli. Inoltre, i giovani dell’Istituto Superiore Alfano I eseguiranno l’inno della Salernitana “L’unica stella”.

Parla anche Fernando Inglese, regista del corto. “Sceneggiatura iniziata dopo il ritorno in serie A. Con i miei collaboratori abbiamo pensato di basarci sul dialogo, sull’audio, immaginando una storia di due amici intorno alla vicenda, ovvero la storia di Simone Vitale che si interfaccia telefonicamente con un amico che non è potuto andare in trasferta a Piacenza. Ci sono diverse telefonate tra di loro per raccontare cosa succede, fino scene più forti all’interno della Galleria Santa Lucia”.

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