Accoglienza trionfante per il tecnico granata al Liceo Severi

Ha fatto il suo ingresso tra i cori degli studenti e l’entusiasmo generale Paulo Sousa, all’interno dell’auditorium del Liceo Severi. Il tecnico granata, ospite dell’istituto di via Picarielli, si è raccontato e confrontato con gli alunni, parlando di sogni, di futuro, e del suo trascorso da adolescente.

“La cosa più bella è stato il garage di mio padre che era meccanico di moto. Lavorava tanto anche nel weekend e sentivo l’odore di benzina. Mi piaceva vedere mio padre smontare e rimontare i tanti pezzi del motore. Approfittavo di quello spazio lì per migliorare il mio palleggio: lo facevo tra il tetto e le scale. Con un pallone di plastica, che è stato il mio primo regalo che ho ricevuto dopo esser andato per la prima volta dal dentista. Non avevo tv, non avevo internet ma avevo la creatività. Lanciavo il pallone sul tetto e poi colpivo verso il muro. Così ho affinato la tecnica, provando a giocarlo anche in girata o lavorando di velocità. Questo è un ricordo che non dimentico mai perché c’è bisogno di creatività per poter sviluppare i nostri sogni. Sin da subito ho sviluppato il mio sogno di giocare a calcio”. 

Sui suoi inizi nel calcio professionistico: “Giocavo in una piccolo paese del Portogallo, all’interno di una squadra senza professionisti. Dopo il primo anno che ho giocato sono arrivate a cercarmi il Benfica, lo Sporting Lisbona e il Porto. Mio padre mi ha chiesto dove volevo andare prima di scegliere. Diedi una promessa al Benfica, dopo Porto e lo Sporting che mi offrirono tanti soldi, più di quanto avessero realizzato lavorando. Nonostante mio padre fosse innamorato dello Sporting Lisbona, non si è tirato indietro dalla parola data al Benfica”.