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Salernitana, che accoglienza per Sousa al Premio Fabula: “Nel calcio non può esistere l’odio, qui mi sento a casa”

Il tecnico granata grande protagonista a Bellizzi: l'entusiasmo dei piccoli supporters

“Possiamo avere un antagonismo con un’altra squadra, una sana rivalità in campo, ma non può esistere odio. Non è questione di razza, di club e di maglie: tutto deve essere superato con l’amore e l’amicizia”. Così Paulo Sousa al Premio Fabula. A Bellizzi il tecnico della Salernitana è stato travolto da un’ondata d’entusiasmo dai piccoli tifosi granata che partecipano alla kermesse.

“Vedo due-tre aspetti importanti della vita nella favola. Come tutte le favole c’è un finale felice e contento. C’è il privilegio di poter vivere la natura che sa dare energia e felicità di vivere. Maestro? Ognuno può realizzare i sogni che desideri ma non basta sognare ma occorre lavorare con disciplina. I maestri, così come la famiglia e gli amici, possono aiutarci ad intraprendere la strada giusta. Lo devo grazie anche alla mia maestra Rosa che è stata preziosa per me”.

Sousa si è soffermato anche sul rapporto con Salerno. “C’è molta ammirazione, rispetto, vedo una città che nel calcio s’identifica e che ha fame di trasmettere amore e passione. Proverò a fare di tutto per ricambiare con i risultati l’amore che ho ricevuto. Ogni tifoso mi sta dando tanto. Ci sono molte similitudini con il Portogallo, sia nel rapporto con il calcio che con la vita di tutti i giorni. Mi sono sentito a casa. I giovani per me sono la maggiore opportunità che la vita terrena ha per migliorarsi. Ognuno sa darmi tanti energia perché autentici, veri. In un mondo così competitivo possiamo amarci e rispettarci puntando sul valore della moltiplicazione: basta un gesto che si può ripetere”.

 

Il tecnico della Salernitana Paulo Sousa in mezzo ai piccoli supporters del Premio Fabula

“Supereroe? Non mi sono mai sentito un supereroe. Mi sono sempre sentito un ragazzo normale che cerca di vivere con gli altri e condividere la propria gioia. Sono sempre stato molto timido, cercando di vedere negli altri valori per arricchirmi. Non ho mai fatto qualcosa di straordinario: ho vinto tanto da calciatore, tanto da allenatore ma non mi sono mai sentito più forte degli altri ma ho alimentato la speranza di poter migliorare ancora, passando le mie esperienze e ambizioni agli altri. Bisogna essere umili, senza farsi schiacciare. L’umiltà è straordinaria, un valore da diffondere e preservare“.

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