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Salernitana, il racconto dei due tifosi presenti a Frosinone: “Serata surreale, nemmeno un saluto dai calciatori ma la fede non retrocede”

Lo scatto diventato virale, ritrae due fratelli, Marco e Francesca Fimiani, presenti sulle tribune dello Stirpe

Erano sugli spalti, gli unici occupati del settore ospiti, al fianco della loro Salernitana, nella notte più buia. Quella della retrocessione in serie B dopo tre anni dell’ippocampo. Una questione di fede, oltre che di famiglia, per Marco e Francesca Fimiani, che da Assisi non hanno esitato un momento a staccare gli unici due biglietti venduti per la trasferta di Frosinone, aperta dopo giorni di attesa ai soli supporters granata muniti di tessera e residenti al di fuori di Salerno e provincia. Intervistati dal Quotidiano La Città di Salerno oggi in edicola hanno raccontato la loro esperienza. 

“E’ stata una serata surreale – racconta Marco, 38enne agente immobiliare da tempo trapiantato in Umbria per motivi di lavoro -, per noi è semplicemente la normalità essere al fianco della Salernitana, pur vivendo a oltre 400 chilometri dalla nostra città natale abbiamo anche l’abbonamento per le gare all’Arechi, siamo praticamente sempre presenti anche in casa, e non siamo andati pensando alla retrocessione, con l’Atalanta saremo regolarmente in Curva. L’ingresso nel settore ospiti è stato a dir poco grottesco, siamo stati scortati dalla polizia, seguiti dagli steward, controllati, però trattati con estrema gentilezza, basti pensare che il bar era chiuso e stesso il servizio d’ordine ci ha fatto la cortesia di recuperare almeno un paio di birre dai punti ristoro casalinghi. Ci aspettavamo una reazione, ma ormai l’andazzo è questo da mesi, ma più della sconfitta a dispiacere è stata la totale indifferenza dei giocatori. A fine partita nessuno è venuto sotto il settore, e ci avevano anche visto perché hanno effettuato il riscaldamento proprio sotto di noi. Bastava anche solo un cenno, una mano alzata in segno di ringraziamento, tutto ciò simboleggia l’atteggiamento di questa stagione, ognuno ha pensato ai fatti suoi”. 

Una bandiera attaccata prima del fischio d’inizio alla barriera di plexiglas, vessilli granata esposti con fierezza e una sciarpa, con la scritta Salerno, mostrata con fierezza. “Quel nome viene prima di tutto, il senso di appartenenza e i nostri colori vanno portati in alto, nel bene e nel male, il nostro senso di appartenenza non viene certo meno dopo una retrocessione, siamo abituati a soffrire. Il ricordo più bello di questo triennio? Senza dubbio il gol di Verdi a Udine. A Iervolino direi solo di provare a restituire qualcosa a noi tifosi, a quelli che gli hanno regalato certe emozioni”.

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