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Roma-Salernitana, Sousa: “Voglio creare cultura vincente, partite del genere infondono fiducia…”

Le parole del tecnico granata: “Perché possiamo vincere o perdere ovunque ma pretendo di avere una squadra che sappia giocarsela”

“Abbiamo forzato la Roma a cambiare struttura tattica perché erano in difficoltà non solo per il gol ma per il controllo del gioco. Venire all’Olimpico, giocare in uno stadio che sa pressare, ci è servito per capire che dobbiamo crescere ancora nella gestione del pallone, poter proteggere il risultato attaccando. Perché possiamo vincere o perdere ovunque ma pretendo di avere una squadra che sappia giocarsela. Il rammarico è per i gol incassati sugli sviluppi di palla da fermo perché avevamo concesso poco. Dobbiamo crescere ancora”. Così Paulo Sousa dopo il 90′ di Roma-Salernitana 2-2.

Sapevamo di affrontare una squadra che ha difensori fisicamente molto forti. Siamo stati bravi nel crearci lo spazio per attaccare la profondità, sfruttando le qualità di Coulibaly che sta crescendo tanto perché ora sa abbinare la quantità alla propensione a giocare sia nel breve sul lungo, migliorando tanto con il pallone tra i piedi”.

Kastanos?

Grigoris è più un interno di centrocampo ma con Candreva si trovano a meraviglia: sanno gestire il pallone e soprattutto i ritmi, conoscendo quando conta accelerare e permettendoti di avere palleggio creando la superiorità numerica. Da esterno però Kastanos sta dimostrando qualità e sta crescendo tanto: è una gioia poterlo allenare per l’umiltà e la disponibilità.

Rendimento?

L’idea è di vincere le partite: lavoriamo per quello. Stiamo creando una cultura che sia legata ad un gioco offensivo, arioso. Siamo partiti con tante difficoltà, legate ad una filosofia completamente opposta alla mia e con una classifica difficile. Siamo riusciti a fare uno straordinario lavoro, sfruttando i nostri attaccanti grazie ad una costruzione dal basso e ad un’idea di gioco chiara. La squadra sta crescendo tanto, fare questa partita contro un avversario del genere significa che siamo sulla strada giusta.

Futuro? Penso ad aiutare tutti, di farli integrare all’interno del nostro passaporto che è quello del gioco, migliorando l’intesa e seguendo la strada dell’idea. Dia? Era un momento concitato della partita. Zalewski ha fatto un brutto fallo ma fortunatamente non è successo niente, anzi: subito dopo si sono abbracciati, dando un’immagine importante di sport.

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