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Monza: la Salernitana e quella serie A sfumata al Vestuti dopo aver “allenato” la Nazionale

Il racconto tra nostalgia e romanticismo

Risale al 10 maggio 1953 la promozione in serie A sfiorata dal Monza, la prima volta che i biancorossi vedono sfumare il sogno. Un clamoroso doppio salto, dopo l’approdo in B di pochi mesi prima, mancato proprio a Salerno, tra le mura del Vestuti.

Sul sito ufficiale del club brianzolo, in un articolo a cura di Roberto Dosso (qui il link), il team lombardo ripercorre quel pomeriggio.

“Salerno rima d’eterno… la dolce definizione del poeta Alfonso Gatto stride con la profonda delusione dei bagaj che il 10 maggio 1953 lasciano sul terreno del mitico Vestuti le residue speranze di salire in paradiso“, si legge nell’interessante approfondimento storico.

In epoca di due punti a vittoria la classifica recita: Genoa 38, Legnano 37, Monza e Cagliari 36. I lombardi perdono lo scontro diretto casalingo con il Genoa, ma le sconfitte di Legnano e Cagliari lasciano tuttavia ai ragazzi del Presidente Borghi ancora qualche speranza in vista della trasferta nella calda tana della tranquilla Salernitana.

In quegli anni il Monza di Frossi è al centro dell’attenzione mediatica per il sistema M, lo stesso praticato dalla favolosa Ungheria dell’epoca, e così la Nazionale – in vista della sfida con i magiari di metà maggio valida per la Coppa Internazionale – chiede e ottiene di poter effettuare un test non ufficiale con i biancorossi per prendere confidenza con il modulo (finirà con una sonora sconfitta per gli azzurri).

LA PARTITA

[…] Il coraggio comunque non manca ai bagaj che partono forte. Il gol è nell’aria ma, arriva dalla parte opposta, sponda granata. Sul primo calcio d’angolo a favore dei campani Magrini non sente il ‘miaaaa’ di Lovati, ne nasce una mischia che Cori risolve – su assist di Taccola – depositando comodamente in rete. Il resto è monologo biancorosso che negli ultimi 20’ diventa disperato e rabbioso assedio anche se onestamente non si registrano clamorose occasioni da gol. I ragazzi sono stanchi, la stagione è stata lunga e stressante, le assenze pesano. Maledizione, se pesano… E il primo, dolce sogno muore nella indescrivibile suggestione del tramonto su un golfo pieno di poesia e di romanticismo.

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