La serata più buia, quella del distacco di una tifoseria che nella squadra, nei calciatori e negli uomini con la maglia della Salernitana non vogliono identificarsi. Anzi, ne prendono le distanze, scaricando sulle loro spalle (come è giusto che sia perché in campo non ci va l’amore di un popolo) tutte le responsabilità di un fallimento che ora rischia di far rima anche con la storia.

Salernitana-Sassuolo segna di un punto di non ritorno nel rapporto fra calciatori e tifoseria. Come riporta “La Città di Salerno”, nella serata del minimo stagionale (appena 14mila gli spettatori presenti secondo il dato comunicato dalla società), il tifo alza la voce. Un vero e proprio tradimento, ancora più doloroso perché ora la marcia verso la fine del campionato è sempre più una via Crucis senza alcuna possibilità d’uscita. Segnali di una delusione cocente, esplosi già nel prepartita quando la Curva Sud Siberiano ha fischiato tutti i nomi alla lettura delle formazioni. Poi la partita, i mormorii che si trasformano in cori pieni zeppi di rabbia: “Vergognatevi”, “Mercenari fuori dall’Arechi” sono i cori che accompagnano le squadre all’intervallo, con i calciatori sotterrati dai fischi.

Stesso menù anche nel secondo tempo, aperto da uno scoppio di un petardo. Poi solo cori indirizzati alla squadra. Una serata amara, l’ennesima di una stagione da film horror, con il rigore di Candreva che viene accolto dai fischi all’annuncio dello speaker. Qualche momento di tensione sugli immediatamente rientrato. Poi il gol del pari di Maggiore ma il finale è senza festa ma con contestazione.