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Frosinone il luogo del delitto annunciato, due testimoni e un giallo…

In Ciociaria la prima e l'ultima pagina di un libro trasformatosi presto in un horror

Testimoni del delitto. In due potranno dire “io c’ero”. Gli unici a poter raccontare di aver assistito dal vivo alla retrocessione della Salernitana in serie B dopo tre anni. Proprio a Frosinone, dove, il delitto probabilmente era stato annunciato, come in quei gialli quando alla fine si scopre che l’assassino, guarda caso, è proprio il maggiordomo.

E si scopre anche che forse l’indizio chiave svelato già a inizio libro, avrebbe potuto evitare un paio di ore in quel caso, diversi mesi in questo, di domande, supposizioni, congetture, misteri. Se solo fosse stato notato prima, quando magari tra una distrazione e l’altra, complice una trama che non ha ancora fatto presa sul lettore, sarebbe stato tutto più semplice. Eppure se i gialli “tirano” così tanto un motivo ci sarà.

La Salernitana conclude il triennio più scintillante della propria storia proprio contro una squadra in giallo. Non certo una Signora, per carità, ché il 3-0 è risultato fin troppo pesante e che nasconde troppo bene i limiti dei ciociari, ai quali però va dato un merito. Quello di non aver mai smarrito la propria dimensione, di avere ancora delle motivazioni cui affidarsi, quelle che i granata hanno visto sbriciolarsi già all’alba di una stagione iniziata male e finita come mai prima d’ora in serie A.

Il luogo del delitto si conferma Frosinone, dove lo scorso 29 luglio, il maggiordomo aveva preso le sembianze di un tecnico portoghese all’apice probabilmente della sua insofferenza dopo mesi di empatia con piazza, società, squadra e stampa. Paulo Sousa aveva l’aveva ribadito al termine dell’ultima amichevole estiva prima dell’inizio dell’anno sportivo 2023-2024, giocata proprio allo Stirpe, quasi stizzito dopo i segnali lanciati sin dall’inizio del ritiro e rimasti inascoltati.  “Molto sinceramente oggi penso che l’inizio non sarà quello che avrei desiderato. Dovevamo approfittare di un avvio di campionato  fatto bene e partire come abbiamo finito la stagione scorsa. Siamo ancora molto lontani dall’inizio che avrei voluto“. 

Non esente pure lui da colpe, quantomeno nell’aver provato ad assecondare altrove un’ambizione probabilmente stroncata troppo presto a Salerno dopo chissà quali promesse, per alimentare il fuoco sacro dell’aspirazione di voler essere e fare sempre di più, il lusitano aveva lanciato la sua sentenza. Il delitto, annunciato, si compie così 9 mesi dopo nello stesso luogo, davanti a due soli tifosi, nell’indifferenza generale che una squadra ha saputo generare su di sé. Non uno di più ne meritava questa accozzaglia capace, anche in Ciociaria, di abbozzare un po’ di impegno quasi controvoglia, in grado di svilire concetti colpevolmente abusati da società e dirigenza come dignità, onore, attaccamento.

A Danilo Iervolino, di certo non un neofita nel mondo dell’editoria, il compito di girare l’ultima pagina di un giallo che ha assunto capitolo dopo capitolo i connotati di un horror. E magari di provare a puntare su tutt’altro racconto, da scrivere a partire già da oggi, ché se i gialli tirano tanto, le storie a lieto fine non passano mai di moda…

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