L’ex portiere granata si racconta in un’intervista: il retroscena con l’attuale ds granata
Daniele Balli, portiere della Salernitana nel biennio ’97-’99, è stato intervistato dal quotidiano La Città di Salerno. L’ex estremo difensore di origini toscane ha parlato del suo rapporto con l’ex collega oggi ds granata Morgan De Sanctis, e sul dualismo tra Ochoa e Sepe.
“Io e Morgan siamo legati da tanti aneddoti, anche perché avevamo lo stesso sponsor tecnico dei guanti, e abbiamo partecipato a diversi eventi insieme. Una volta mi fermò – racconta – per raccontarmi che Spalletti dopo esser arrivato all’Udinese gli chiedeva in continuazione di giocar in avanti, di uscire, di essere aggressivo proprio come me. ‘Guarda Balli, Guarda Balli’, gli ripeteva in continuazione Spalletti, De Sanctis mi ha rivelato che per colpa mia gli rompeva le scatole, tanti anni fa non era così consueto giocare alti o partecipare al gioco della squadra coi piedi per un portiere”.
Su Ochoa
“Sinceramente non mi aspettavo questo rendimento. Mi sembrava un’operazione azzardata, invece Morgan ha avuto ragione. Evidentemente con il suo carattere posato, calmo, esattamente com’era da giovane portiere, ha centrato la situazione meglio di tutti. In effetti Ochoa aveva fatto grandi cose solo ai Mondiali, invece ha dato tantissimo a Salerno, e non solo in termini di risultati ma anche di personalità, esperienza, dentro e fuori dal campo, portando entusiasmo, a livello caratteriale ha inciso moltissimo”.
Su Sepe
“Servono due estremi difensori importanti in serie A, il ruolo del secondo è diventato molto rilevante in questi ultimi anni. L’eccessiva rivalità e i dualismi rischiano di pesare, ma c’è anche la possibilità di alzare l’asticella, dipende anche dalla gestione, ma chi meglio di Morgan c’è nel gestire gli equilibri tra portieri, mi fiderei di lui e lui di sicuro inciderà, lui sa l’importanza di un estremo difensore sereno. A me capitò un dualismo simile ad Empoli e arrivammo in Europa, in un’altra circostanza invece non andò benissimo…”
