Morgan De Sanctis si è tolto più d’un sassolino dalle scarpe in occasione della conferenza stampa di venerdì nel ventre dell’Arechi. Tra le varie stoccate del ds, anche una indirizzata a Walter Sabatini

“Un anno fa di questi tempi stringevo la mano al presidente, devo dire che l’eredità era un’eredità assolutamente pesante, ho avuto il privilegio di essere un giocatore di Sabatini alla Roma, capisco quanto fosse entrato nella testa e nel cuore dei tifosi e della città. Durante la mia carriera non ho mai sofferto di sudditanza psicologica, sono sempre stato consapevole dei miei mezzi e dei miei limiti, ero convinto di essere la persona più adatta possibile a sostituire Walter Sabatini. Sentivo le giuste congiunture, anche grazie all’ottimismo e alla forza finanziaria del presidente Iervolino. Su Sabatini una cosa mi sento di dirla, già gli ho fatto i complimenti per tutto quello che ha fatto nel calcio e per quello che è riuscito a trasmettere, devo ambire anche io a raccontarmi in maniera energica, filosofica, istrionica, d’altro canto io non so quanto tempo lavorerò per la Salernitana, potrei restare 30 anni o andare via prima.

Nel momento in cui andrò via di certo non sarò presente, influente all’interno dell’ambiente Salernitana, perché per carattere e pensiero penso che sia doveroso come forma di rispetto verso chi ci sarà al posto mio e verso l’ambiente e tifosi condizionare il meno possibile opinioni e il lavoro di chi arriva. Ma vi faccio una domanda: chi è che a 45 anni, in questa veste, ha la mia esperienza e il mio curriculum da giocatore? Parlo 4 lingue, sto nel calcio da una vita. Chi è che è in grado di leggere un bilancio? Non voglio andare oltre perchè risulterei presuntuoso e questo non servirebbe a niente”.