«L’idea che la Salernitana possa disputare gare di serie A nell’impianto dedicato alla memoria di mio padre non può che emozionare e lasciare contento me e tutta la famiglia. Certo la speranza è che non vengano penalizzati i tifosi e che la struttura possa essere migliorata per un utilizzo futuro destinato ai giovani». Così in un’intervista rilasciata al Quotidiano la Città di Salerno, Giovanni Volpe, figlio di Vincenzo, cui è intitolato il campo sito a poco più d’un chilometro dall’Arechi e sin dagli anni ’90, a fasi intermittenti, casa del club granata.
«Temo solo il discorso legato alla capienza massima di 15mila spettatori, spero che non siano i tifosi a pagare, c’è il rischio ad eccezione di qualche partita con un minore afflusso, che in molti rischino di rimanere fuori – spiega Volpe -, senza considerare poi che per le partite di cartello, per stessa ammissione delle parti interessati, non è tramontata l’ipotesi di un trasloco momentaneo fuori città, con le ipotesi Bari e Benevento sempre vive -. In ogni caso se ci fosse un serio intervento di restyling anche in quella struttura non potrebbe essere che un bene, anche perché negli ultimi anni l’impianto non è che sia proprio in splendida forma, sarebbe poi importante che possa essere concesso un domani a squadre e società anche minori che ne hanno bisogno. Sappiamo quanto in questo territorio si soffra la problematica legata all’impiantistica. La gioia è innegabile, e sarebbe anche un bel collegamento ideale tra quella squadra che per la prima volta è riuscita a centrare la promozione in serie A e quella attuale, senza considerare l’emozione di poter ascoltare un collegamento che si chiude con la frase “Dal Volpe di Salerno è tutto”».