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Sassuolo, Carnevali: “Da calciatore rifiutai una proposta della Salernitana”

Il retroscena del dirigente dei neroverdi

Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, ha parlato anche di Salernitana ai microfoni di Radio TV Lega Serie A. Intervistato da Alessandro Alciato, c’è stato spazio anche per un paio di aneddoti che risalgono al suo periodo da calciatore.

“Ho giocato a calcio, nella Solbiatese un anno, facevamo le amichevoli ogni mercoledì con il Varese, quindi la passione cresceva, migliorarsi nell’aspetto della conoscenza, finché un giorno potevo andare in un altro club ma rinunciai per poter rimanere nel mio paese, finché con mio papà prendemmo una squadra di calcio, la Milanese calcio, e lì ho iniziato a fare il dirigente e mi è servito per capire dalla base come funziona questo mondo”. 

La squadra era proprio quella granata.  “Avevo una proposta della Salernitana ma ho rinunciato perché avevo degli amici che avevano giocato in piazze importanti. Mi ricordo alcune frasi ‘se vai bene ti portano alle stelle ma se vai male è un bel problema’, non era il mio obiettivo fare il calciatore. Rifiutati un grande club, perché volevo cercare di fare qualcosa di diverso. Per me era gioco e divertimento, ero conscio dei miei limiti, sapevo dove sarei potuto arrivare come calciatore. Avevo 25 anni quando dissi no alla Salernitana. In quel periodo avevo gli studi da portare avanti, stavo bene all’interno della mia famiglia, poi tante cose non succedono per caso.

L’ingresso nel mondo dirigenziale. “Io rinunciai alla Salernitana e mi proposero di acquistare questa società e da lì è iniziato il mio percorso, credo molto nel destino. Con mio papà prendemmo una squadra di calcio, la Milanese calcio, e lì ho iniziato. Lui presidente, io vicepresidente ma quello che lavorava ero io. Nei dilettanti c’è tanta gente che lo fa per passione. Io iniziai a prendere ragazzi giovani e allenatori giovani che magari erano già stati con me, alcuni sono cresciuti e ad esempio Fulvio Fiorin che è stato al Milan con Inzaghi, tanti hanno fatto carriera. Prendemmo un pullmino per i ragazzi, un osservatore che andava negli oratori, e questo ci ha permesso di ottenere dei risultati importanti in pochi anni”. 

L’INTERVISTA COMPLETA QUI

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