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Salernitana: Inzaghi, Pirlo e il retroscena sui plasmon che fece infuriare Super Pippo

Dopo l'incontro con Gilardino nuova sfida tra Campioni del Mondo ed ex compagni al Milan

Dieci anni vissuti insieme al Milan. Dopo Alberto Gilardino Filippo Inzaghi si appresta a sfidare un altro ex compagno di squadra della sua vita da calciatore, probabilmente con un legame ancora più forte. Si tratta di Andrea Pirlo, tecnico della Sampdoria attesa all’Arechi per la sfida di Coppa Italia, un decennio con Super Pippo in rossonero (furono acquistati entrambi nell’estate del 2001), tra trionfi, successi e qualche rimpianto. Due scudetti vinti, due Champions, due supercoppe europee e un mondiale per club, la sconfitta di Istanbul il grande rammarico, riscattato poi con la vittoria di Atene, nella rivincita contro il Liverpool, il momento forse più alto (senza dimenticare i Mondiali del 2006). Doppietta di Inzaghi, il primo arrivato su uno degli assist meno “splendenti” di Pirlo, che nel tentativo di calciare una punizione verso la porta di Pepe Reina, centrò in pieno la testa di Super Pippo.

Una vita sul filo del fuorigioco uno, una vita in cabina di regia l’altro, pronto a lanciarlo in profondità e a rifornire assist a ripetizione, per placare una fame di gol insaziabile, quasi al pari della fame di…plasmon. Fu proprio Pirlo, nella sua autobiografia, “Penso quando gioco”, a raccontare la passione del compagno di squadra per i biscotti per bambini, condendo la storia con qualche particolare…

«Ca*ava. Ca*ava tantissimo, e questo di per sé è un bene. Il fatto però che lo facesse allo stadio, nel nostro spogliatoio, poco prima di giocare, ci rendeva alquanto nervosi. Specie se lo spogliatoio era piccolo, perché tanta puzza in poco spazio tende a comprimersi. Andava in bagno anche 3-4 volte nel giro di 10 minuti. “Ragazzi, mi porta bene”. A pestarla mi avevano raccontato, non a produrla o annusarla. “Pippo, a noi no. Ma cos’hai mangiato, un cadavere?” “I bambini, comunista!” avrebbe urlato Berlusconi. Mentre Inzaghi si limitava ad ammettere: “I Plasmon. Li mangiava per davvero, tutti i giorni, a tutte le ore, e noi lo sapevamo. Un neonato di quasi 40 anni”. Abbiamo tentato di rubarglieli in tutti i modi, senza successo. Li custodiva gelosamente, egoista nel passare la palla e nel condividere la merenda: “Lo faccio per il vostro bene, i miei gol vi servono”». 

Leggenda vuole che Inzaghi, che come raccontato dallo stesso Pirlo ai plasmon alternava pasta in bianco appena “macchiata” con un cucchiaio di salsa e bresaola, non l’abbia presa benissimo. I due si sono già affrontati quando SuperPippo allenava il Benevento e Pirlo allenava la Juve, all’esordio in panchina tra i pro. L’ex attaccante fermò la Vecchia Signora sul pari in casa, vincendo addirittura in trasferta nel girone di ritorno, regalando più d’un dispiacere all’allenatore oggi alla Sampdoria. Prima dell’arrivo alla Salernitana, era il principale indiziato per sostituirlo sulla panchina dei blucerchiati, poi la chiamata di Iervolino…

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